Efficienza energetica e sostenibilità: il ruolo della cogenerazione nelle strategie ESG

18 settembre 2025

La sostenibilità, oggi, si misura sui numeri: consumi, emissioni, continuità operativa e costi. La domanda per molte imprese è concreta: come ottenere più energia utile con meno input e con una spesa più prevedibile? La cogenerazione dà una risposta pratica: un unico impianto che produce elettricità e calore, recupera ciò che normalmente si disperde e traduce l’efficienza in risultati dimostrabili. Integrata in una strategia ESG, collega obiettivi e dati su ambiente, persone e governance.

 

Cosa si intende per ESG

Quando parliamo di ESG (Environmental, Social, Governance) ci riferiamo a un quadro di riferimento che valuta come un’organizzazione gestisce tre aree chiave (ambiente, persone e governo d’impresa) per orientare decisioni operative, investimenti e rendicontazione. L’energia è spesso il capitolo più rilevante perché incide contemporaneamente su emissioni, continuità dei processi e costi di esercizio.

In concreto, i tre pilastri includono:

  • Ambiente: riduzione delle emissioni climalteranti, uso più efficiente dell’energia, integrazione con rinnovabili e taglio degli sprechi lungo i processi
  • Sociale: salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, continuità dei servizi essenziali (sanità, scuole, hospitality) e ricadute positive sulle comunità locali
  • Governance: regole chiare e responsabilità definite, metodi di misurazione trasparenti, obiettivi realistici, controlli, audit e reporting verificabili

In questo quadro la cogenerazione è una leva concreta: riduce l’energia primaria necessaria e fornisce KPI tracciabili e ripetibili (PES, tCO₂e evitate, autoconsumo), rendendo più semplice dimostrare i risultati in sede di audit e bilancio di sostenibilità.

 

Come la cogenerazione contribuisce a migliorare le performance ESG

La produzione separata di elettricità e calore scarta una quota significativa dell’energia trasformata. Un impianto di cogenerazione, invece, recupera il calore che altrimenti andrebbe perso e lo rende disponibile per usi di processo, climatizzazione, ACS o reti di calore. In siti idonei si superano spesso efficienze complessive dell’80%: meno combustibile per lo stesso output utile e, di conseguenza, minori emissioni rispetto alla produzione separata.

Quando l’alimentazione proviene da biogas o biometano, si riduce la quota di CO₂ di origine fossile e, a parità di fabbisogno, il bilancio emissivo lungo il ciclo di vita risulta più favorevole rispetto al metano fossile. La predisposizione hydrogen-ready permette inoltre di impiegare, dove disponibile, miscele crescenti di idrogeno, avviando una decarbonizzazione graduale senza interventi strutturali sull’impianto. Sul piano operativo il vantaggio è concreto: più energia utile recuperata, meno dispersioni e una spesa energetica più stabile e prevedibile.

 

Impatti sui tre pilastri ESG

Per dare concretezza all’inquadramento, vediamo come la cogenerazione si traduce in risultati lungo i tre assi.

  • Ambientale: diminuzione dei consumi di energia primaria, CO₂ evitata quantificabile rispetto allo scenario di riferimento, integrazione naturale con fotovoltaico e pompe di calore per massimizzare l’autoconsumo. Il riconoscimento CAR – Cogenerazione ad Alto Rendimento e i Certificati Bianchi (laddove applicabili) attestano il valore di un assetto efficiente
  • Sociale: energia disponibile quando serve e dove serve, con effetti positivi su comfort, continuità e sicurezza operativa di stabilimenti, ospedali, strutture ricettive e centri sportivi. In ambito urbano, gli impianti possono alimentare reti di teleriscaldamento con tariffe competitive e prevedibili
  • Governance: disponibilità di dati misurabili (ore di esercizio, autoconsumo, tCO₂e evitate, risparmio di primaria) che semplificano audit e miglioramento continuo, favorendo sistemi di gestione come ISO 50001 e una rendicontazione fondata su KPI oggettivi

 

Dalla tecnica al reporting: quali KPI monitorare

Per trasformare un progetto in un capitolo solido del bilancio di sostenibilità, occorre scegliere indicatori chiari, confrontabili e replicabili nel tempo. Qui di seguito i più utilizzati:

  • Energia elettrica e termica autoprodotta e tasso di autoconsumo: misurano quanta domanda viene coperta in sito e l’efficacia dell’integrazione dell’impianto
  • Primary Energy Saving (PES) e qualifica CAR: quantificano il vantaggio rispetto alla produzione separata e attestano l’alto rendimento ai fini tecnici e, quando previsto, degli incentivi
  • Tonnellate di CO₂ equivalente evitate: calcolate con fattori di emissione dichiarati e un perimetro di analisi definito; distinguere tra dati misurati e stime
  • Ore di funzionamento annue e disponibilità dell’impianto: descrivono l’affidabilità nel tempo, includendo fermate programmate e non programmate
  • Spesa energetica evitata e stabilità del costo: consentono il confronto con uno scenario invariato e supportano la pianificazione finanziaria

Per rendere questi numeri difendibili, occorre esplicitare perimetro del sito, scenario di confronto, ipotesi di prezzo, fonti dei fattori di emissione e metodologia di calcolo, così da garantire un reporting trasparente, verificabile e riutilizzabile in audit, rating ESG e bilanci di sostenibilità.

 

Quando la cogenerazione conviene davvero e quando no

La cogenerazione esprime il massimo valore quando c’è fabbisogno termico regolare, ore di funzionamento elevate (tipicamente oltre 5–6.000 h/anno) e una quota significativa di autoconsumo elettrico. È essenziale progettare l’integrazione con caldaie esistenti, pompe di calore, accumuli e, se presenti, impianti FV, definendo le logiche di priorità.

Le principali criticità riguardano l’investimento iniziale, l’iter autorizzativo e la gestione/manutenzione. Si affrontano con un dimensionamento accurato, contratti O&M ben strutturati e monitoraggio da remoto/telediagnostica: condizioni che riducono i tempi di rientro e rendono i risultati più prevedibili e ripetibili. Detto questo, non in ogni contesto la cogenerazione è la prima scelta: carichi termici troppo variabili o stagionali, poche ore di esercizio o autoconsumo elettrico limitato ne riducono la convenienza. Una valutazione preliminare dei profili di consumo e delle temperature di ritorno consente di evitare investimenti non ottimali.

 

Rendere i risultati chiari e verificabili

Comunicare la cogenerazione in chiave ESG significa presentare dati solidi con continuità e metodo. Bilancio di sostenibilità, sito istituzionale e materiali commerciali dovrebbero riportare le serie storiche dei principali KPI, il perimetro di analisi, la baseline di confronto e la metodologia di calcolo, con indicazione delle fonti. La trasparenza su ipotesi, tempi e risultati rafforza la credibilità presso clienti, partner e investitori. Nei settori a maggiore sensibilità ambientale e sociale  (es. alimentare, tessile e hospitality) questo approccio facilita la qualificazione in gare e vendor list e valorizza le scelte tecniche dell’azienda.

 

Il ruolo di 2G Italia come partner tecnico e strategico

2G Italia non fornisce solo un impianto: mette a disposizione un partner tecnico-industriale che guida il progetto dall’idea alla gestione in esercizio, con attenzione a risultati, tempi e budget. Si parte da studio di fattibilità e business case costruiti sui profili reali di consumo; si passa alla progettazione esecutiva, alla messa in servizio e a un service programmato supportato da monitoraggio da remoto e telediagnostica. L’obiettivo è trasformare l’efficienza in indicatori verificabili (PES, autoconsumo, tCO₂e evitate, costi evitati) e mettere quei dati al servizio di audit, rating ESG e pianificazione finanziaria.

La soluzione viene ingegnerizzata intorno al sito: integrazione con caldaie esistenti, fotovoltaico, pompe di calore e accumuli, con logiche di priorità pensate per massimizzare ore utili e minimizzare fermate non pianificate. A ciò si aggiungono rete di assistenza dedicata, ricambistica disponibile e SLA definiti per tempi di intervento rapidi. La gamma copre da 20 a 4.500 kWe e include alimentazioni a metano, biometano, biogas, GPL, syngas e idrogeno, così da adattare la configurazione a industria, terziario e reti di calore. In parallelo, 2G sta sviluppando il proprio percorso ESG interno, fondato su dati, tracciabilità e miglioramento continuo, in coerenza con l’approccio proposto ai clienti.

Se il sito presenta carichi termici regolari e domanda elettrica significativa, la cogenerazione è una strada concreta per unire efficienza, riduzione delle emissioni e maggiore controllo dei costi. Il passo più rapido è una valutazione preliminare dei profili di consumo per definire taglia, risultati attesi e KPI da portare a report. Per un confronto con il nostro team, scrivici qui.

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