Cogenerazione e comunità energetiche: un'opportunità strategica per imprese e territori

7 luglio 2025

La transizione verso un sistema energetico più sostenibile e distribuito sta accelerando, anche grazie a strumenti come le comunità energetiche rinnovabili, che promuovono la produzione e l’autoconsumo locale. All’interno di queste configurazioni, la cogenerazione può offrire un contributo significativo, soprattutto nei contesti in cui vi è una domanda costante di energia termica oltre che elettrica. In questo approfondimento analizziamo il ruolo della cogenerazione all’interno delle CER, con uno sguardo agli scenari applicativi, ai vantaggi per imprese e territori e agli incentivi oggi disponibili.

 

Cosa sono le comunità energetiche e come funzionano

Le comunità energetiche rinnovabili (CER) rappresentano un nuovo modello di produzione, autoconsumo e condivisione dell’energia su scala locale. Si basano sulla cooperazione tra cittadini, imprese, enti pubblici o soggetti del terzo settore che decidono di associarsi per produrre energia da fonti rinnovabili, condividerla e gestirla collettivamente. Il principio che le guida è quello della partecipazione attiva alla transizione energetica, con vantaggi distribuiti tra tutti i membri, che non sono più solo consumatori ma anche “prosumer”, ovvero produttori e consumatori allo stesso tempo.

Con l’entrata in vigore del Decreto CACER (DM 414/2023), è stato definito un quadro regolatorio e incentivante che favorisce la diffusione delle CER in Italia. Il decreto prevede due strumenti fondamentali: una tariffa incentivante sull’energia condivisa all’interno della comunità e un contributo a fondo perduto fino al 40% per i progetti realizzati nei comuni con meno di 5.000 abitanti, finanziato attraverso le risorse del PNRR. Questi incentivi rendono economicamente vantaggioso investire in impianti di produzione rinnovabile, come il fotovoltaico, ma aprono anche alla possibilità di integrare tecnologie più complesse e flessibili, come la cogenerazione ad alto rendimento.

Le comunità devono essere localizzate all’interno dell’area servita dalla stessa cabina primaria, per garantire l’effettiva prossimità tra i partecipanti e favorire la gestione ottimizzata dell’energia. È possibile creare comunità tra imprese situate in una stessa zona industriale, tra abitazioni e servizi pubblici di un comune o tra aziende agricole in un’area rurale. A cambiare non è solo il modello tecnico, ma soprattutto l’approccio alla gestione energetica: più partecipato, più integrato e più orientato alla sostenibilità.

 

Il ruolo della cogenerazione nelle comunità energetiche

Quando si parla di comunità energetiche, il primo pensiero va spesso agli impianti fotovoltaici. Tuttavia, la cogenerazione rappresenta una tecnologia chiave per rafforzare la stabilità e l’efficienza delle CER, soprattutto in contesti dove i consumi di energia elettrica e termica sono entrambi significativi. Grazie alla produzione combinata di elettricità e calore, un impianto cogenerativo permette di aumentare notevolmente l'autoconsumo locale, riducendo le dispersioni e massimizzando l’efficienza complessiva del sistema.

A differenza delle fonti rinnovabili intermittenti, come il solare, un cogeneratore può funzionare in modo programmato, garantendo una produzione continua anche nelle ore serali, nei mesi invernali o  in giornate con scarsa produzione solare. Questa caratteristica lo rende particolarmente utile per coprire i carichi di base e fornire una fonte di energia affidabile, integrabile con altre tecnologie. In una CER, la cogenerazione può contribuire in modo significativo alla quota di energia condivisa, aumentando i ricavi derivanti dalla tariffa incentivante.

Inoltre, se alimentata a biogas o biometano, la cogenerazione consente di valorizzare sottoprodotti agricoli, reflui zootecnici o scarti organici, contribuendo a chiudere il ciclo delle risorse in un’ottica di economia circolare. Le soluzioni 2G sono già predisposte per il funzionamento a idrogeno o per la conversione successiva, aprendo nuove prospettive di integrazione con le future comunità energetiche basate su vettori a zero emissioni.

 

Vantaggi delle CER per imprese, enti pubblici e territori

La partecipazione a una comunità energetica supportata da impianti di cogenerazione offre una serie di vantaggi tangibili a tutti i soggetti coinvolti. Per le imprese, significa accedere a energia a costo ridotto, stabile e programmabile, migliorando la competitività e riducendo la dipendenza dal mercato elettrico. I cogeneratori possono, inoltre, essere configurati per rispondere a carichi specifici, ottimizzando la resa sia elettrica che termica in base ai profili di consumo reali.

Gli enti pubblici, come i comuni, possono utilizzare la cogenerazione per alimentare edifici scolastici, impianti sportivi o uffici pubblici, migliorando l’efficienza energetica e abbattendo i costi in bolletta. In più, partecipare a una CER rappresenta un’opportunità per realizzare progetti con forte impatto sociale e ambientale, rafforzando il legame con la cittadinanza e accedendo a fondi dedicati del PNRR.

Anche i territori ne beneficiano, perché l’energia prodotta e consumata localmente rimane sul territorio, generando ricchezza, occupazione e riducendo le perdite di rete. In zone rurali o periferiche, la cogenerazione può contribuire a creare infrastrutture energetiche efficienti, stimolando iniziative collettive e valorizzando risorse locali, come le biomasse o i reflui zootecnici. Il tutto con un modello cooperativo, più inclusivo e partecipativo.

 

Casi d’uso e possibili configurazioni delle CER

Ogni comunità energetica nasce da esigenze specifiche e da un contesto energetico proprio, e la cogenerazione può essere configurata in modo flessibile per adattarsi a questi diversi scenari. In ambito agricolo, ad esempio, è possibile immaginare una CER composta da aziende agricole, agriturismi, caseifici e abitazioni rurali, alimentata da un impianto biogas con cogeneratore centralizzato. L’energia elettrica verrebbe condivisa tramite la rete di distribuzione, mentre il calore potrebbe essere utilizzato per processi produttivi, riscaldamento ambientale o essiccazione.

Nei distretti industriali o artigianali, un cogeneratore può servire più aziende con esigenze energetiche compatibili, come nel caso di opifici, lavanderie industriali o imprese del food & beverage. L’installazione di un impianto modulare 2G, containerizzato e facilmente accessibile, consente di rispondere con prontezza ai picchi di domanda elettrica e termica, garantendo anche una maggiore sicurezza operativa.

Infine, in ambito urbano o pubblico, un cogeneratore può essere integrato in una rete energetica locale che comprenda scuole, palestre, biblioteche e abitazioni. Il calore generato può alimentare un circuito di teleriscaldamento, mentre l’energia elettrica può essere condivisa tra tutti i membri della CER. Grazie alla digitalizzazione e agli strumenti di monitoraggio avanzati, come la piattaforma MY2G, è possibile controllare in tempo reale la produzione, l’autoconsumo e la quota condivisa, ottimizzando le prestazioni dell’intero sistema.

 

Quadro normativo e incentivi: cosa prevede il DM 414/2023

Il quadro regolatorio attuale è uno dei più favorevoli in Europa per la costituzione di comunità energetiche. Il DM 414/2023 ha reso operativi gli incentivi previsti dal PNRR, rendendo economicamente sostenibile la realizzazione di impianti condivisi. La misura cardine è la tariffa incentivante sull’energia condivisa: fino a 110 €/MWh per impianti connessi alla rete di distribuzione, entro i limiti della stessa cabina primaria. Il contributo è erogato dal GSE per 20 anni, e può sommarsi al contributo in conto capitale fino al 40% per i comuni con meno di 5.000 abitanti.

Le regole operative del GSE, pubblicate a febbraio 2024, hanno chiarito le modalità di accesso agli incentivi, la documentazione richiesta e i criteri tecnici per l’ammissione. La piattaforma GSE permette di simulare la configurazione di una CER, verificare la cabina primaria di appartenenza e caricare i progetti per l’ottenimento degli incentivi. Questo rende più semplice per imprese e amministrazioni locali avviare nuovi progetti, anche grazie al supporto di partner tecnologici ed energetici esperti.

Un aspetto importante è che l’energia prodotta da un impianto cogenerativo può concorrere all’energia condivisa della CER, purché rispetti i requisiti di connessione e localizzazione. Questo apre nuove prospettive per l’inserimento della cogenerazione nel paradigma delle comunità energetiche rinnovabili, in una logica di complementarità con il fotovoltaico e le altre fonti distribuite.

 

La cogenerazione come leva strategica per la crescita delle CER

Integrare la cogenerazione in una comunità energetica significa aggiungere valore in termini di efficienza, continuità di fornitura, valorizzazione delle risorse locali e indipendenza energetica. È una scelta che guarda al lungo termine, che consente di stabilizzare la produzione, integrare le rinnovabili non programmabili e massimizzare l’autoconsumo, tutti elementi chiave per il successo di una CER.

2G Italia è pronta a supportare questo percorso con soluzioni tecnologiche affidabili e ad alte prestazioni, piattaforme digitali per il monitoraggio continuo e un’organizzazione di assistenza strutturata per garantire supporto tempestivo in ogni fase del progetto. Che si tratti di un’azienda agricola, di un distretto industriale o di un ente pubblico, valutare l’inserimento della cogenerazione in una CER può fare la differenza in termini di sostenibilità, economicità e competitività.

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